Adriano Tilgher, nato nell’odierna Ercolano in provincia di Napoli, è stato un filosofo, saggista e critico teatrale italiano. Adriano fu tra i firmatari, nel 1925, del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Le sue principali opere sono: La crisi mondiale del 1921, Estetica del 1931 e La filosofia delle morali del 1937, nella quale delineò la sua originale visione individualistica. A Ercolano gli è stato intitolato l’Istituto d’Istruzione Superiore.
Adriano Tilgher, le frasi più belle
Di seguito alcune delle frasi più celebri di Adriano Tilgher
- Il valore dell’opera d’arte è tutto e solo nella sua forma, nella sua espressione, nel suo stile, e cioè nella peculiarità intensità profondità vastità della sintesi che la costituisce.
- L’artista grande o piccolo che sia si distingue dal mestierante più o meno intelligente per questo, e per questo soltanto: che il mestierante non si pone dei problemi, non sperimenta in sé un informe aspirante a sciogliersi in forma, ma semplicemente manipola e combina più o meno abilmente forme già fatte e realizzate. Egli perciò non vive davvero nel presente, come presente, ma nel passato, come passato, e cioè, artisticamente, non vive, è morto.
- Ciò che fa artista l’artista non è lo sperimentare in sé i problemi come tali, ma il risolverli artisticamente.
- Io mostravo che tutto il mondo pirandelliano faceva centro intorno a una visione della Vita come forza travagliata da un’intera antinomia per la quale la Vita è, insieme, necessitata a darsi forma e, per uguale necessità, non può consistere in nessuna forma, ma deve passare di forma in forma. È la famosa, o famigerata, antitesi di Vita e Forma, problema centrale dell’arte pirandelliana.
- Quali cose umane non sono esposte al pericolo della degenerazione? I critici dei critici vi porranno riparo.
- Legge e ritmo della Vita è di essere un informe aspirante alla Forma ma che nessuna forma definitivamente imprigiona, e che ogni forma già raggiunta di volta in volta dissolve fluidifica trascende.