Giornalista e scrittore, Ambrose Bierce nacque il 24 giugno 1842 a Meigs County, in Ohio. Lavorò come apprendista in una stamperia, ma si arruolò quasi subito per combattere nella guerra civile, che descrisse nei suoi racconti. Nel 1913 si recò in Messico, quindi nel bel mezzo della rivoluzione guidata da Pancho Villa, scomparendo misteriosamente l’anno seguente. Il nome di Ambrose Bierce è indissolubilmente legato a Il Dizionario del Diavolo (The Devil’s Dictionary, 1911), il testo che più di ogni altro incarna la quintessenza di questo maestro dell’umorismo nero.
Ambrose Bierce, le frasi più belle
Presento una raccolta degli aforismi più belli di Ambrose Bierce
- La forchetta è lo strumento usato principalmente per portare alla bocca cadaveri di animali.
- L’omeopata e’ l’umorista della professione medica.
- Pentimento. Un sentimento che di rado turba la gente, almeno finché le cose non cominciano ad andare male.
- Investigatore. Funzionario incaricato dalla città o dalla contea di fare complesse indagini per scoprire che è stato commesso un delitto.
- Perseveranza. Meschina e squallida virtù, grazie alla quale i mediocri riescono a ottenere ingloriosi successi.
- Congratularsi vuol dire esprimere con garbo la propria invidia.
- Pazzo. Chi ha il vizio di credere che tutti gli altri siano tali.
- Pazienza. Forma minore di disperazione, travestita da nobile virtù.
- Inventore. Persona che fabbrica un marchingegno con ruote, leve e molle, e lo chiama progresso.
- Perdono. Abile mossa per impedire che il trasgressore stia all’erta in modo da poterlo cogliere con le mani nel sacco la volta successiva.
- Nella nostra civiltà, e nella nostra forma di governo repubblicano, l’intelligenza è tenuta in così alta considerazione che la si esonera automaticamente dal peso di qualsiasi pubblico ufficio.