Arrigo Cajumi è stato un giornalista, scrittore e critico letterario italiano. Durante il fascismo fu tra gli animatori della rivista La Cultura; inoltre, scrisse anche sulle riviste di Piero Gobetti, Il Baretti e La Rivoluzione liberale. Negli anni Trenta subì l’arresto per il suo impegno esplicitamente antifascista. Morì a Milano, il 7 ottobre 1955.
Arrigo Cajumi, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi e citazioni più belle di Arrigo Cajumi
- La natura umana è misera, e chi la vede a nudo non può che sentirsi misantropo.
- L’ipocrisia è il preludio alla castrazione intellettuale.
- Il procedimento di cui Luciano si vale nel capitolo sui «Sacrifici» è lo stesso che serve a Voltaire per canzonare la Bibbia: il ricorso al buon senso, contro l’assurdità della favole religiose.
- Finirò per pentirmi di aver dato confidenza a qualcuno. Bisogna vivere e crepare da soli.
- Più vado avanti negli anni, più mi si conferma l’istintivo individualismo, la tendenza a ricercar col lavoro il modo di appagare modestamente i quattro o cinque piaceri che m’attraggono, abolendo radicalmente ciò che si chiama ambizione, considerazione sociale, ricchezza come scopo della vita, vanità anche letteraria, ecc.,
- Il sofisma che le grandi azioni politiche sono sempre opera di minoranze intelligenti, non regge: può darsi che l’iniziativa appartenga ai pochi, ma viene sempre il momento in cui il consenso dei più è indispensabile.
- In fondo, certa gente mi fa pensare a chi va al bordello per farsi dire, a un tanto al quarto d’ora: «Che bell’uomo! Che bel maschio! Come devi piacere alle donne!», e ci si bea. Se uno avesse una statistica esatta circa il numero di questa specie di amatori, gli servirebbe assai più di un’intera biblioteca di scienze politiche.