Beppe Severgnini nasce nel 1965 a Crema. A soli 27 anni comincia la sua carriera da giornalista ne Il Giornale diretto da Indro Montanelli e diventa inviato da Londra, Russia e Cina. Nel 1994 approda a La Voce e diventa corrispondente da Washington. L’anno dopo arriva a Il Corriere della Sera. Ha condotto anche diversi programmi anche in radio, e fra i più famosi ricordiamo Inglese perfetto, Atlantis, L’utopista.
Beppe Severgnini, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi più interessanti di Beppe Severgnini
- Sognare è una droga leggera. A differenza di tutte le altre, non fa male.
- Ecco perché, in Italia, le norme non vengono rispettate come in altri paesi: accettando una regola generale, ci sembra di far torto alla nostra intelligenza. Obbedire è banale, noi vogliamo ragionarci sopra. Vogliamo decidere se quella norma si applica al nostro caso particolare. Lì, in quel momento.
- Scrivere è scolpire: occorre soprattutto togliere, con un obiettivo in mente e un po’ di ironia nelle dita.
- Ricordiamoci che i figli non sono figli nostri. Siamo solo la porta per cui entrano nel mondo.
- Il clima italiano spinge all’indulgenza. Ci fosse un tempo scozzese, in Italia, avremmo avuto diverse rivoluzioni. Invece abbiamo registrato alcune proteste, molte promesse e infinite conversazioni.
- Date a un italiano un titolo, un grado e una divisa e lo farete felice. Siamo una nazione di capi impettiti, di vice speranzosi, di piramidi gerarchiche che appaiono vertiginose e sono invece consolanti. Riempiono la vita, danno un senso alle grandi attese e alle piccole fatiche: un italiano su quattro è presidente di qualcosa, gli altri tre sperano di diventarlo un giorno.
- Se fossero state istituite le Olimpiadi della buona educazione, l’Inghilterra le avrebbe stravinte.