Candido Cannavò è stato un giornalista e mezzofondista italiano. Nel 1955 viene ingaggiato come corrispondente da La Gazzetta dello Sport. Successivamente è diventato anche inviato speciale e tra le manifestazioni di cui si è occupato si ricordano alcuni Mondiali di calcio, ben 9 Olimpiadi e i Giri d’Italia. Si è sempre occupato dei problemi della società, soprattutto della sua terra, pubblicando la sua biografia e tre saggi, che narrano la situazione delle prigioni italiane, dei disabili e dei senzatetto. Muore a Milano il 22 febbraio del 2009.
Candido Cannavò, le frasi più belle
Alcune delle frasi e citazioni più interessanti di Candido Cannavò.
- L’Olimpiade è una parentesi tra le contraddizioni dello sport, viaggia tra le angustie e gli splendori del mondo, non maschera nulla, non ci fa dimenticare tragedie e ingiustizie, difende faticosamente valori.
- La domanda da porsi è questa: che cosa può fare un disabile per la collettività in cui vive? È una domanda rivoluzionaria, un cambio drastico di cultura e immagine.
- Penso che talvolta i veri limiti esistano in chi ci guarda.
- Ho immaginato un marciapiede infinito. E uomini di Cristo che lo percorrono con il Vangelo in mano in un azione rudemente terrena che recupera i valori primigeni del messaggio cristiano.
- La vita è un miracolo che può fiorire ovunque, anche dove sembra che la luce del giorno non sia mai arrivata.
- La domanda da porsi è questa: che cosa può fare un disabile per la collettività in cui vive? È una domanda rivoluzionaria, un cambio drastico di cultura e immagine.