frasi Carlo Azeglio Ciampi

Frasi Carlo Azeglio Ciampi: le più celebri da condividere

Carlo Azeglio Ciampi è stato un economista, banchiere e politico italiano, nonchè 10º presidente della Repubblica Italiana dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006. Nel 1993, dopo la crisi valutaria che portò ad una svalutazione del 20% della moneta, in piena Tangentopoli, Ciampi venne eletto Presidente del Consiglio, con l’obiettivo di stabilizzare i conti pubblici. Fu, quindi, il primo governatore tecnico della Repubblica italiana e a lui si deve il passaggio definitivo dalla Prima alla Seconda Repubblica.

Nella seconda Repubblica, Ciampi divenne ministro del Tesoro per il Governo Prodi del 1996 e per il successivo guidato da Massimo D’Alema. Il 13 maggio del 1999, invece, venne eletto decimo Presidente della Repubblica, con un consenso molto alto. Scompare a Roma all’età di 95 anni: di lui gli italiani hanno un ottimo ricordo.

Carlo Azeglio Ciampi, le frasi più belle

Alcune delle frasi più interessanti e celebri di Carlo Azeglio Ciampi.

  • L’Italia intera è grata ai Carabinieri per il loro spirito di abnegazione e attaccamento al dovere, garanzia di tutela per il cittadino. L’Italia è grata anche per la meritoria azione svolta in campo internazionale sempre contraddistinta da umanità e fermezza nel rispetto delle civiltà e delle tradizioni.
  • Con la ripresa morale e civile coincide anche quella economica di cui c’è bisogno.

Carlo Azeglio Ciampi
  • Uomini e nazioni stanno cercando risposte adeguate. Il comune obiettivo è la pace, una pace vera, frutto di leale collaborazione nell’affrontare i problemi del mondo, non di ambiguità e di fallaci impegni
  • So quanto amate l’Ambiente, quanto vi adoperate per salvaguardarlo. Cercate di vivere in armonia con i ritmi della Natura. Fa bene. Ci si sente più forti, si può dare il meglio di noi stessi. Provate qualche volta – già molti di voi lo fanno – ad alzarvi all’alba, a vivere il miracoloquotidiano del risveglio della Natura.
  • Più volte mi sono riletto il testo dell’impegno preso in Parlamento il 18 maggio 1999, il giorno del mio giuramento. Quell’impegno si ispirava alle iscrizioni scolpite sui frontoni del Vittoriano, l’Altare della Patria: “per la libertà dei cittadini, per l’unità della Patria”. Non è retorica, è l’essenza stessa del nostro convivere civile

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