Carlo Bini nacque a Livorno nel 1806 e fu uno scrittore e patriota italiano. Nel 1833, viene arrestato a causa del suo legame con Giuseppe Mazzini e con la Giovine Italia. Durante i tre mesi di carcere scrisse la sua opera principale “Manoscritto di un prigioniero”. Il testo è ricco di riflessioni sulle ingiustizie della società e sulla condizione umana. Nel 1842, Carlo Bini morì stroncato da un colpo apoplettico.
Carlo Bini, le frasi più belle
Alcune delle frasi più celebri di Carlo Bini.
- Che serve far della vita una riga diritta diritta, lunga lunga, sottile sottile, noiosa noiosa, e color della nebbia?
- L’arte di pensare è un’arte che va stimata e riverita; ma il farlo sempre si assomiglia all’avaro che conta e riconta perpetuamente i suoi scudi: qualche volta bisogna spendere, qualche volta bisogna non pensare; se no all’ultimo, spesso, invece di una scoperta, ti trovi di aver pensato un’emicrania.
- Chi non sa governare, è sempre un usurpatore.
- La vita, a voler che sia bella, a voler che sia gaia, a voler che sia vita, dev’essere un arcobaleno, una tavolozza con tutti i colori, un sabato dove ballano tutte le streghe. Il sollazzo e la noia, il pianto e il riso, la ragione e il delirio, tutti devono avere un biglietto per questo festino.
- Consultate bene l’indole vostra, e quella seguite; — non farete mai male.
- La felicità le più volte consiste nel sapersi ingannare.
- Il Bene e il Male sono i due sproni del mondo, e lo tengono in carreggiata. Se pungesse soltanto il Male, il mondo perderebbe l’equilibrio e cadrebbe tutto da una parte, e così viceversa del Bene.
- Il cuore e la sventura produssero la religione naturale, la religione della speranza e dell’avvenire e la manterranno finché vi saranno deboli ed infelici.