Carlo Dossi è stato uno scrittore, diplomatico, archeologo e nobile italiano. Quando è molto giovane partecipa al movimento della Scapigliatura milanese e comincia a scrivere articoli sui periodici locali, realizzando varie opere. Nel 1868 pubblicò il suo primo romanzo (L’altrieri. Nero su bianco), e subito dopo, nel 1870, la Vita di Alberto Pisani, una sorta di autobiografia in terza persona. Assunse, inoltre, incarichi diplomatici a Bogotà e ad Atene, dove ebbe modo di coltivare anche l’altra sua grande passione, ossia l’archeologia. Nel 1901, si ritirò prima a Corbetta, vicino a Milano, e poi nella villa del Dosso, dove morì nel 1910.
Carlo Dossi, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi più interessanti di Carlo Dossi
- L’animo del malvagio è impervio all’alfabeto di Dio.
- L’Apocalisse è la più alta ciarlatanata fatta per imbrogliare la gente minchiona. È l’impotenza che assume il far misterioso per farsi creder potenza.
- Chi non procede per una sol via, di nessuna va a capo; chi l’arco non tende del proprio intelletto ad un unico scopo, nulla colpisce.
- Per quanto stolta una donna, un uomo c’è sempre che la vince in stoltizia – il suo amante.
- Ove non arriva la pelle di leone, si rappezzi con quella di volpe.
- Tutto al bene fluisce: dove non può la virtù, giova il vizio.
- Il torto di molti ladri in faccia al pubblico e alla giustizia è quello di non aver rubato abbastanza per celare il furto.
- Il sorriso è alla bellezza, quello che il sale è alle vivande.
- Perché in generale si sfugge la solitudine? Perché pochi si trovano in buona compagnia seco.
- Un uomo io lo stimo quanto in saccoccia. L’anima umana sta nella borsa. Vuota la borsa, addio anima!