Carlo Emilio Gadda nasce a Milano il 14 novembre 1893. Fin da giovane è chiaramente orientato verso la letteratura e le materie umanistiche. Inoltre è stato uno scrittore e poeta italiano. Ingegnere di professione, svolse la sua attività scrivendo al tempo stesso per la rivista Solaria. Da Milano si trasferì a Roma dove collaborò a lungo con la Rai in programmi culturali. Gadda ha segnato la narrativa del Novecento con uno stravolgimento delle strutture tradizionali del romanzo. Carlo Emilio Gadda muore a Roma il 21 maggio 1973, all’età di 79 anni.
Carlo Emilio Gadda, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi più celebri di Carlo Emilio Gadda.
- Le parole sacre, vedute le labbra dell’autore, ne rifuggono. Le cose sacre, veduto il cuore dell’autore, vi si fermano.
- Quell’occhio laterale che cianno i polli che pare una trovata di Picasso, un oblò del cesso, d’un cesso vuoto d’ogni intendimento e d’ogni attitudine a spiare, babordo o tribordo. E invece te guardano.
- L’istante occupa uno stretto spazio fra la speranza e il rimpianto, ed è lo spazio della vita.
- Era il male oscuro di cui le storie e le leggi e le universe discipline delle gran cattedre persistono a dover ignorare la causa, i modi: e lo si porta dentro di sé per tutto il fulgurato scoscendere d’una vita, più greve ogni giorno, immedicato.
- Le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti.
- Il fumare lo aiutava molto davanti alle donne, a cui il fumo piace, anche perché lo ritengono, e magari con ragione, un gradevole presagio dell’arrosto.