Carlo Levi, nato nel 1902, è stato uno scrittore, pittore e antifascista italiano. Si annovera tra i più significativi narratori del Novecento italiano ed è noto soprattutto per il romanzo Cristo si è fermato a Eboli. L’opera lo rese uno dei maggiori portavoce della questione meridionale nel secondo dopoguerra. Dopo essere andato a Parigi per la prima volta, comincerà a nascere in lui un sentimento di ribellione dall’oppressione fascista e l’incitamento alla cultura. Scompare il 4 gennaio del 1975 a Roma.
Carlo Levi, le frasi più belle
Presento una raccolta di frasi di Carlo Levi.
- Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magía.
- L’Italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell’impiego.
- Il problema meridionale non si risolve dentro lo Stato attuale, né dentro quelli che, senza contraddirlo radicalmente, lo seguiranno. Si risolverà soltanto fuori di essi, se sapremo creare una nuova idea politica e una nuova forma di Stato.
- C’è la grandine, le frane, la siccità, la malaria, e c’è lo Stato. Sono dei mali inevitabili, ci sono sempre stati e ci saranno sempre.
- In questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli.
- Col brigantaggio, la civiltà contadina difendeva la propria natura, contro quell’altra civiltà che le sta contro e che, senza comprenderla, eternamente la assoggetta: perciò, istintivamente, i contadini vedono nei briganti i loro eroi.