Carlo Michelstaedter è stato uno scrittore, filosofo e letterato italiano. Nel 1905 si reca a Firenze per studiare e per dedicarsi alle arti: frequenta, infatti, l’Accademia di Belle Arti. Negli anni ha scritto molto, sperimentando diversi generi letterari, ma sempre con un punto in comune: la riflessione sul rapporto tra individuo, vita e morte. Muore suicida per un colpo di rivoltella a Gorizia, il 17 ottobre 1910.
Carlo Michelstaedter, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi e citazioni più belle di Carlo Michelstaedter.
- L’enciclopedie sono il prodotto più turpe e più utile dell’ingegno umano.
- Ognuno gira intorno al suo pernio, che non è suo, ed il pane che non ha non può dare agli altri.
- So che voglio e non ho cosa io voglia.
- Gli uomini galleggiano alla superficie della società come un ago sulla superficie dell’acqua per l’equilibrio delle forze molecolari; ma un lieve soffio basta a farli sommergere per sempre e a far veder loro com’era malsicuro il loro fondamento di fronte alla necessità, ch’essi s’illudevano d’aver superato.
- Tante cose ci attirano nel futuro, ma nel presente invano vogliamo possederle.
- Come una macchia all’estremità della cornea che si vede sempre quando non la si guarda e a chi la vuol guardare sfugge la vita non si può né fuggire né possedere… se non che uno voglia chiuder gli occhi per sempre.
- Tutti i progressi della civiltà sono regressi dell’individuo. Ogni progresso nella tecnica istupidisce per quella parte il corpo dell’uomo… Così ai nostri giorni sono istupiditi ad esempio i fabbri, che un tempo da un blocco di ferro sapevano a forza di fuoco, di martello e di scalpello foggiare qual si volesse oggetto, che oggi sanno appena adattare e congiungere con le viti pezzi fatti che arrivano dalle fabbriche o dalle fonderie… E al loro posto sono subentrate le masse di tristi e stupidi operai delle fabbriche che non sanno che un gesto, che sono quasi l’ultima leva delle loro macchine.