Charles Augustin De Sainte Beuve, nato nel 1804, fu un poeta, scrittore, aforista e critico letterario francese. A vent’anni comincia a scrivere articoli di un certo spessore culturale sul giornale “Le Globe”. Grazie ad un articolo sulle “Odi e ballate” di Victor Hugo, nel 1827, avvenne l’incontro con il grande scrittore: così inizia a frequentare il mondo intellettuale, subendone tutta l’influenza. Nel 1834 scrive il romanzo autobiografico “Voluttà”, ma il successo tarda a giungere, così qualche anno dopo, decide di dedicarsi completamente alla critica letteraria. Muore a Parigi il 13 ottobre 1869.
Charles Augustin De Sainte Beuve, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi e citazioni più celebri di Charles Augustin De Sainte Beuve.
- Il riflusso dell’anima nell’età del declino è molto spesso proporzionale a quello che è stato, negli anni di gioventù, il flusso della marea: quanto più allora si era andati avanti, tanto più ci si ritira. Sono stato un giovane dei più entusiasti, e oggi, nella stessa misura, sono triste e malinconico.
- Nelle nostre critiche, giudichiamo noi stessi più che gli altri.
- Spesso una donna brutta è più civetta di una bella; la prima provoca gli uomini e l’altra li aspetta
- In fondo, io non sono un letterato, non sono nemmeno un artista; ma, cantando le donne che ho amato, mi sarebbe piaciuto poter dire: siamo gentiluomini che vivono come meglio possono.
- Voglio, sì, l’erudizione, ma una erudizione governata dal giudizio e organizzata dal gusto.
- In gioventù non si è mai soli, interi mondi abitano dentro di te. Ma, più avanti, capita che pensieri e sentimenti non riescano più a colmare la tua solitudine: o almeno, che non riescano più ad alleviarla.
- Questo basso mondo è una vecchia cortigiana, che non cessa di avere giovani amanti.
- Tranne per alcune eccezioni, l’umanità è sempre e ovunque la stessa, cattiva, grossolana o corrotta. Ma ognuno crede che ciò sia cominciato solo dal momento in cui l’ha scoperto, e ci si illude che ci sia modo in futuro di ricondurla a miglior stato, il quale non è mai esistito. È una pura illusione ottica da parte dello spettatore.
- L’idea, anzi la certezza che certe cose non si faranno mai più: certi viaggi, certe passeggiate, e magari le cose che comunque non si sarebbero mai fatte, riesce incredibilmente a produrre una calma che assomiglia al gelo, una mortificazione profonda di tutte le gioie spirituali, che il più delle volte sono soltanto desideri.