Charles Simić, nato a Belgrado nel 1938, è un poeta, traduttore e accademico statunitense di origine serba. Inizia la sua carriera nella prima metà degli anni settanta, interessandosi a diversi argomenti, dal jazz all’arte alla filosofia. Nel 1990 è stato insignito del Premio Pulitzer per la poesia per l’opera The World Doesn’t End e nel 1999 fu insignito dal New York Times del titolo di Notable Book of the Year, per l’opera “Jackstraws”.
Charles Simic, le frasi più belle
Alcune delle frasi e citazioni più celebri di Charles Simic.
- Tra la verità che si sente dire e la verità che si vede, preferisco la verità silenziosa di ciò che viene visto.
- La specialità della poesia è sempre stata quella di indurre i ragazzi a detestare la scuola e ad accogliere con salti di gioia il giorno in cui non dovranno più studiare l’ennesimo componimento.
- La storia è un libro di ricette. i dittatori sono i cuochi. I filosofi quelli che scrivono i menù. I preti sono i camerieri. I militari i buttafuori. Il canto che sentite sono i poeti che lavano in cucina.
- Soltanto la poesia può misurare la distanza tra noi stessi e l’Altro.
- Su questo punto, il mondo intero concorda: nessuno che sia sano di mente leggerebbe mai dei versi!
- Il mio mestiere è tradurre ciò che non ammette traduzione: l’essere e il suo silenzio.
- Faccio parte di quella minoranza che si rifiuta di far parte di qualunque minoranza definita.
- All’inizio è stata soprattutto la voglia di irriverenza ad avvicinarmi alla poesia. Il bisogno di sbeffeggiare l’autorità, di infrangere tabù, di celebrare il corpo e le sue funzioni, di annunciare di aver visto gli angeli e con lo stesso fiato dire che non esiste alcun dio. Il solo pensiero di poter dire merda a tutto mi faceva scompisciare dalla felicità.
- Perfino tra i teorici della letteratura oggigiorno va di moda guardare dall’alto in basso le opere letterarie, figurarsi quelle di poesia. Che esistano persone che continuano a scriverne è una stravaganza da citare nella rubrica «Strano ma vero» dei rotocalchi.