Danilo Dolci, nato a Sesana nel 1924, è stato un sociologo, poeta, educatore e attivista della nonviolenza italiano. Egli è tra i primi sostenitori dell’obiezione di coscienza. Nel 1952 si trasferisce in Sicilia, a Trappeto, uno dei territori più poveri del Sud. Qui combatte per i diritti dei più deboli e per le condizioni disperate in cui si vive. Le sue battaglie sono state appoggiate da moltissimi intellettuali come Norberto Bobbio, Ignazio Silone, Cesare Zavattini e Alberto Moravia. Muore in Sicilia il 30 dicembre 1997.
Danilo Dolci, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi più significative di Danilo Dolci.
- La casa può essere un laboratorio vivo dove s’impara come si fa.
- La creatività non si trasmette. Ma ognuno, incontrando l’occasione di poterla sperimentare, può accendersene.
- Lo sviluppo non è veramente sviluppo se non matura e valorizza pienamente ogni singola creatura.
- È importante sapere che le parole non muovono le montagne. Il lavoro, l’impegnativo lavoro muove le montagne.
- Chi litiga, chi fa una guerra è di solito un nevrotico; la persona sana cerca di capire quale sia il problema. Quando si fanno guerre vuol dire che non si conosce la situazione da affrontare: per questo motivo la pace viene a essere il riflesso dei problemi risolti.