Elio Vittorini, nato a Siracusa nel 1908, è stato uno scrittore e traduttore italiano. Dopo aver lasciato la sua terra natale, inizia ad interessarsi alla letteratura collaborando con La Stampa e altre riviste. Dopo la guerra civile spagnola divenne un antifascista radicale ed entrò a far parte del Partito Comunista Italiano collaborando con la Resistenza durante gli anni ‘40. Nel 1963 Vittorini si ammalò di cancro allo stomaco e malgrado la malattia, continuò a lavorare dirigendo la collana “Nuovi scrittori stranieri” per Mondadori. Muore a Milano nel 1966.
Elio Vittorini, le frasi più belle
Ecco alcune delle frasi più belle e celebri di Elio Vittorini.
- Io so che cosa vuol dire un uomo senza una donna, credere in una, essere di una, eppure non averla, passare anche anni senza che tu sia uomo con una donna, e allora prenderne una che non è la tua ed ecco avere, in una camera d’albergo avere, invece dell’amore, il suo deserto.
- Piccola Sicilia ammonticchiata di nespoli e tegole e rumore di torrente.
- È in ogni uomo di attendersi che forse la parola, una parola, possa trasformare la sostanza di una cosa. Ed è nello scrittore di crederlo con assiduità e fermezza.
- La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio.
- Bisogna che gli uomini possano essere felici. Ogni cosa ha un senso solo perchè gli uomini siano felici.
- Se avessi avuto i mezzi per viaggiare sempre credo che non avrei scritto un rigo.
- L’ultimo gesto di Socrate è il gesto essenziale dell’uomo, in Hemingway; e non di auto-distruzione, ma di adempimento: gratitudine estrema, in amaro e noia, verso la vita.