Emilio De Marchi, nato nel 1851, è stato uno scrittore e traduttore italiano, ritenuto fra i più importanti narratori del secondo Ottocento italiano. Nelle sue opere si concentra particolarmente nella descrizione dei contadini lombardi e della piccola borghesia milanese. I suoi primi romanzi, “Tra gli stracci”, “Il signor dottorino” e “Due anime in un corpo” vennero pubblicati a puntate su periodici e quotidiani, tra il 1876 e il 1877. Pirandello si ispirò al romanzo Redivivo del 1894, per la trama de Il fu Mattia Pascal. Emilio De Marchi morì a Milano, appena cinquantenne, nel 1901.
Emilio De Marchi, le frasi più belle
Alcune delle frasi più celebri di Emilio De Marchi.
- Vero e unico creatore di bene è l’affetto, l’affetto naturale che scorre quieto ma inesauribile, a portare i freschi ruscelli della vita; mentre la passione o è fiamma che dissecca o è un tormentaccio rovinoso, che assorda, trascina, devasta.
- Non c’è nulla che meglio si adatta a un’idea confusa d’una parola che non si capisce.
- Una boccata d’aria sui laghi e sulle colline fa bene al sangue, mentre il restare un mese di più nell’afa d’agosto e litigare sui bilanci delle Società cooperative, oltre alle inimicizie che si fanno, lima la salute.
- Il cielo non è che una soffitta dove collochiamo le idee che non usiamo piú.
- La pazienza dei popoli è la mangiatoia dei tiranni.
- L’amore non si accende come un pagliaio, e non c’è nulla che mandi più fumo di un fuoco mal fatto.
- In un tempo in cui molti fanno ridere colla faccia scura, un po’ d’allegria naturale possa sembrare agli occhi della gente quasi come una mezza novità.
- Non è mai utile complicare la verità, specialmente quando si ha bisogno di far quattrini.