Haruki Murakami (Kyoto, 12 gennaio 1949) è uno scrittore, traduttore e accademico giapponese. È autore di molti romanzi, racconti e saggi e ha tradotto in giapponese autori americani come Fitzgerald, Carver, Capote, Salinger. Con La fine del mondo e il paese delle meraviglie Murakami ha vinto in Giappone il Premio Tanizaki. I romanzi di Murakami spaziano dal realismo magico alla fantascienza, passando per il surrealismo. Anche qui troviamo una costante: in qualunque mondo l’autore rappresenti, è facile imbattersi nella magia. Di conseguenza, tradurre Murakami significa seguirlo in un viaggio straordinario – in una dimensione solo in apparenza al di fuori della realtà, perché è dentro di noi che si trova – con la consapevolezza di trascinare con sé il lettore. Fra i suoi titoli più celebri si ricordano Nel segno della pecora (1982), Norwegian Wood (1987), L’uccello che girava le viti del mondo (1994-1995), Kafka sulla spiaggia (2002) e 1Q84 (2009–2010). Ha inoltre tradotto un cospicuo numero di opere dall’inglese al giapponese, spaziando da Raymond Carver a J. D. Salinger.
Haruki Murakami, le frasi più belle
Ecco una raccolta di frasi di Haruki Murakami
- Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore. E in molti casi è un’esperienza pericolosa.
- Se non c’è l’amore, il mondo è come il vento che soffia fuori dalla finestra. Non lo si può sentire sulle mani, non se ne percepisce l’odore.
- A unire il cuore delle persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone vengono uniti ancora piú intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità.
- Quanta forza può avere, in realtà, un cuore che si è smarrito?
- È sempre dura, quando muore una persona, in qualunque circostanza. Si apre un buco nel mondo. E noi dobbiamo celebrare questo lutto. Altrimenti il buco non si chiuderà piú
- Non bisogna lasciare che la fatica entri nel cuore. Può darsi che la fatica controlli il tuo corpo, ma fai del tuo cuore una cosa tua.
- Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato