Frasi Indro Montanelli

Frasi di Indro Montanelli: le più belle e significative

Indro Montanelli, nato nel 1909, è stato un giornalista e scrittore italiano. Egli è considerato uno dei più importanti giornalisti italiani del Novecento. Infatti, per circa quattro decenni fu il direttore del “Corriere della Sera”, e successivamente, diresse per vent’anni un altro quotidiano fondato da lui stesso, il Giornale. Con l’entrata in politica di Silvio Berlusconi, lasciò Il Giornale e, nel 1994, fondò il quotidiano la Voce, che chiuse l’anno successivo. Scompare il 22 luglio 2001 all’età di 92 anni, dopo essere stato ricoverato per tre settimane in una clinica di Milano in seguito ad un malore.

  • L’unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s’ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio.
  • Noi italiani non crediamo in nulla e tanto meno nelle virtù che qualcuno ci attribuisce. Ma tra di esse ce n’è una nella quale riponiamo una fede incorruttibile: quella della nostra capacità di corrompere tutto.
  • Un Paese che ignora il proprio Ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla, non può avere un Domani. Io mi ricordo una definizione dell’Italia che mi dette in tempi lontanissimi un mio maestro e anche benefattore, che fu un grande giornalista, Ugo Ojetti, il quale mi disse: «Ma tu non hai ancora capito che l’Italia è un Paese di contemporanei, senza antenati né posteri perché senza memoria».
  • Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore.
  • Per fortuna che il ridicolo non uccide perché altrimenti in Italia ci sarebbe una strage.
  • Fra il delinquente e lo stupido ci fa più paura lo stupido. Il delinquente, ogni tanto, si riposa.
Indro Montanelli

  • I nostri uomini politici non fanno che chiederci, a ogni scadenza di legislatura, «un atto di fiducia». Ma qui la fiducia non basta; ci vuole l’atto di fede.
  • Siamo tolleranti e civili, noi italiani, nei confronti di tutti i diversi. Neri, rossi, gialli. Specie quando si trovano lontano, a distanza telescopica da noi.
  • Io non ho nessuna difficoltà ad ammettere di essermi sbagliato perché sono convinto che l’infallibilità sia un’esclusività di Dio e degli imbecilli.
  • Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.
  • La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
  • Non ho paura della morte, ma di morire.
  • Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.
  • L’unico incoraggiamento che posso dare ai giovani, e che regolarmente gli do, è questo: “Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s’ingaggia ogni mattina, quando ci si fa la barba, davanti allo specchio. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi”
  • Forse uno dei guai dell’Italia è proprio questo, di avere per capitale una città sproporzionata per nome e per storia, alla modestia di un Popolo che quando grida ‘forza Roma’ allude solo ad una squadra di calcio
  • La democrazia è sempre, per sua natura e costituzione, il trionfo della mediocrità.
  • Non ho potuto sempre dire tutto quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo.
  • La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi.
  • Strano paese il nostro. Colpisce i venditori di sigarette, ma premia i venditori di fumo.
  • Nel vocabolario italiano, «idealista» diventa sinonimo di «fesso» e «intelligenza» di «furberia»
  • Che Craxi sia uomo di grandi capacità e ambizioni, lo si sapeva. Che sia anche uomo di grande coraggio, lo si è visto ieri, quando pronunciava alla Camera il suo discorso di replica. Per due volte si è interrotto alla ricerca di un bicchier d’acqua. Per due volte Andreotti glielo ha riempito o porto. E per due volte lui lo ha bevuto.
  • Il bordello è l’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto.
  • Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l’urlo non si può fare che urlando.
  • Il sapere e la ragione parlano, l’ignoranza e il torto urlano.
  • Lo Stato dà un posto. L’impresa privata dà un lavoro.

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