Frasi George Byron

Frasi Lord Byron: gli aforismi più significativi

George Gordon Byron, meglio noto come Lord Byron nacque a Londra il 22 gennaio 1788 e morì a Missolungi il 19 aprile 1824. Considerato da molti uno dei massimi poeti britannici, Byron è stato un uomo di spicco nella cultura del Regno Unito durante il secondo Romanticismo, del quale è stato l’esponente più rappresentativo insieme con John Keats e Percy Bysshe Shelley.

Lord Byron, gli aforismi e le frasi più belle

Presento una raccolta delle frasi e poesie più belle di Lord Byron.

  • L’amicizia è amore senza le sue ali.
  • Mi hai dato la chiave del tuo cuore, amore mio, allora perché mi hai fatto bussare?
  • La sorte ha in pugno i dadi e chissà che non esca la combinazione vincente.
  • Il diavolo non ha al suo arco frecce che vadano dritto al cuore più di una bella voce.
  • Chi ha da fare non ha tempo per le lacrime
  • Sii tu l’arcobaleno nelle tempeste della vita. Il raggio che la sera, come un sorriso, le nuvole disperde, e tinge il domani col suo raggio profetico.

  • Una porzione di Paradiso è ancora sulla terra, e l’Eden rivive nel primo bacio d’amore.
  • Quando colui che ama sa osare, sarà difficile che egli ami senza successo.
  • Quando si trova un coniuge ammazzato, la prima persona inquisita è l’altro coniuge: questo la dice lunga su quel che la gente pensa della famiglia.
  • Un affare è nella sua intima essenza una transazione ostile, non cercano forse tutti gli uomini di abbattere il prezzo di ciò che comprano? Io affermo che un affare anche tra fratelli è una dichiarazione di guerra.
  • Il trascorrere delle ere cambia tutte le cose – tempo, lingua, la terra, i confini dei mari, le stelle nel cielo, ed ogni cosa riguardante, o sopra od attorno o sotto l’uomo, eccetto la natura dell’uomo stesso.
  • Una porzione di Paradiso è ancora sulla terra, e l’Eden rivive nel primo bacio d’amore.
  • Vieni, posa la testa sul mio petto, e io t’acquieterò con baci e baci.
  • Sembra che in me ci siano due modi di esistere: l’uno completamente contemplativo, durante il quale al mio sguardo si presentano i crimini, gli errori e le follie del mondo…; e l’altro, attivo, in cui io recito la mia parte nel dramma della vita, quasi costretto da una forza che non è in mio potere controllare.

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