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Frasi di Mikhail Gorbaciov: le più belle e significative

Mikhail Gorbaciov, ultimo leader sovietico, è morto martedì 30 agosto 2022, all’età di 91 anni: ecco alcune delle frasi più belle e significative dell’ex segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

Michail Sergeevič Gorbačëv, spesso traslitterato anche come Mikhail Gorbachev o Gorbaciov, è stato un politico sovietico, dal 1991 russo. Ultimo segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991, fu propugnatore dei processi di riforma legati alla perestrojka e alla glasnost’, e protagonista nella catena di eventi che portarono alla dissoluzione dell’URSS e alla riunificazione della Germania. Artefice, con la sua politica, della fine della guerra fredda, fu insignito nel 1989 della Medaglia Otto Hahn per la Pace e, nel 1990, del Nobel per la pace.

Gorbaciov

Gorbaciov: le frasi più belle e significative

  • Gesù fu il primo socialista, il primo che cercò di ottenere migliori condizioni di vita per l’umanità.
  • Oggi, l’unico punto fermo è che tutto si muove.
  • Abbiamo bisogno di libera competizione nelle menti.
  • A volte si dice che a faccia a faccia non si riesce a vedere la faccia dell’altro.
  • Sono un sostenitore della libertà di scelta, di religione, di parola. Sempre e comunque libertà. Piuttosto sparatemi, ma alla libertà non volto le spalle.
  • La politica è l’arte del possibile. Al di là dei limiti del possibile incomincia l’avventurismo.
  • In quegli anni ho sofferto anch’io come tutti, ma, ogni volta che si accenna alla guerra, subito mi torna alla memoria una scena da incubo. Era la fine di febbraio 1943 e, con altri bambini della mia età, vagando in cerca di trofei, mi aggiravo nella striscia di bosco che separava Privol’noe da un villaggio vicino della provincia di Kuban, Belaja Glina. Ci imbattemmo nei resti dei soldati dell’Armata Rossa che nell’estate 1942 avevano combattuto lì la loro ultima battaglia. Era una scena indescrivibile: i corpi putrefatti con i teschi negli elmetti arrugginiti, le bianche falangi delle mani che spuntavano dalle giubbe e stringevano mitragliatrici, granate e caricatori. Giacevano lì insepolti, nel lerciume e nella fanghiglia delle trincee e dei crateri, osservandoci con le nere orbite vuote degli occhi…
  • Mentirei se dicessi che la manipolazione ideologica a cui venivano sottoposti gli studenti universitari non lasciava segni nelle nostre coscienze. Eravamo figli del nostro tempo. Se una certa parte del corpo accademico, per come mi appare oggi, era costretta a seguire le regole del gioco, dal canto nostro noi studenti assimilavamo in modo fiducioso e ingenuo come se fossero delle verità molti aspetti delle discipline studiate.
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  • Certo, la striscia di sangue sembra infinita, sia in Cecenia che a Mosca. Ma una soluzione militare non è praticabile. La forza ha dimostrato di non potere imporsi in alcun modo.
  • [Su Nelson Mandela] Era un uomo straordinario. Un terzo della sua vita si è svolto in condizioni molto difficili. Ha fatto molto per l’umanità, e sarà ricordato non solo dalla gente del suo paese, ma da persone di tutto il mondo. […] Era uno statista incredibile, intelligente e di talento. Mi ha detto molte volte che la perestroika in Urss ha fatto molto per aiutare il suo paese a sbarazzarsi dell’apartheid.
  • Qui le citazioni non servono. Se non ci impadroniamo del metodo creativo di Lenin non potremo fare una analisi dell’attualità ed elaborare decisioni giuste.
  • Alla Russia probabilmente, oltre alla necessità di conservare l’attaccamento a libertà, democrazia, mercato e apertura, servirà anche l’introduzione di qualche elemento autoritario. Perché ci sono dei problemi molto complessi…
  • Nella storia della Chiesa ci sono stati pochi Papi così longevi come Giovanni Paolo II, e così importanti: per avere attraversato un’intera epoca di eccezionali cambiamenti non da spettatori ma da protagonisti.
  • La Russia, dove settant’anni fa avvenne una grande rivoluzione, è un paese antico con una sua storia unica, caratterizzata da ricerche, trionfi e avvenimenti tragici. Ha dato al mondo molte scoperte e molti personaggi famosi.
  • Non si può negare il diritto alla madrelingua neppure alla più piccola etnia. Dopotutto, la cultura umana consiste nella sua diversità odierna, con le sue lingue, i suoi costumi, le sue manifestazioni e i suoi rituali diversi. È il nostro patrimonio comune.
  • I legami commerciali, culturali e politici della Russia con altri stati e nazioni europei hanno radici profonde nella storia. Noi siamo europei. La vecchia Russia era unita all’Europa dal cristianesimo, della cui venuta sulla terra dei nostri avi l’anno prossimo si celebrerà il millenario. La storia della Russia è parte integrante della grande storia europea. I russi, gli ucraini, i bielorussi, i moldavi, i lituani, i lettoni, gli estoni, i careli e altri popoli hanno dato tutti un grande contributo allo sviluppo della civiltà europea. Perciò si considerano a buon diritto suoi eredi legittimi.
  • L’Unione Sovietica avversa fieramente, sul piano dei princìpi, il progetto delle «guerre stellari». E non perché si tratta di un programma americano. […] ogni «scudo cosmico» può essere agevolmente trasformato in una «spada cosmica». E chi la impugna potrebbe non resistere alla tentazione di usarla.
  • La gente si stava appena riprendendo da tutti gli sconvolgimenti provocati dalla prima guerra mondiale e dalla guerra civile, dalla collettivizzazione, dalle repressioni, la vita misera e grama di un tempo stava finendo, nei negozi si potevano acquistare scarpe, calicò, sale, articoli per la casa, aringhe, alici (a volte avariate), fiammiferi, cherosene, sapone… Ed ecco che la Russia si trovava ad affrontare di nuovo la più dura delle prove: continuare a esistere o sparire.
  • Il regime staliniano trattava i contadini come servi della gleba. Non è un caso che fosse soprattutto chi emigrava dalle campagne a nutrire dubbi sull’equità del sistema vigente, piuttosto di chi era nato e cresciuto in città. Certi principi, come quelli della collettivizzazione forzata e della politica di collettivizzazione agraria, per me, a differenza che per i miei compagni di corso, che vivevano in città, non erano soltanto teorie, ma realtà. Sapevo per esperienza quanto fossero ingiusti molti aspetti di quei principi.
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  • [Su Jawaharlal Nehru] Quell’uomo straordinario, con il suo nobile portamento, gli occhi intelligenti e penetranti e un sorriso buono, disarmante mi turbò profondamente. Riccordo le affettuose parole che rivolse alla nostra Alma Mater e il augurio che l’università potesse laureare ragazzi e ragazze «dall’intelletto e del cuore grandi», che diventassero «portatori di buona volontà e di pace nel mondo».
  • C’è qualcosa di sbagliato nella cultura e nella mentalità della classe politica. Cinismo, lotta per conquistare i voti degli elettori a tutti i costi per mezzo dell’inganno e facendo uso di promesse per lo più impossibili da mantenere, sono praticamente diventati la norma. Il passo verso la corruzione e un comportamento criminale è breve.
  • Una mezza verità è peggio di una menzogna.
  • Vi dico subito che mi piace molto il popolo italiano: sprizza vita ed energia.
  • Noi dobbiamo piegare la globalizzazione verso una rotta etica. Per fare questo dobbiamo creare nuove strutture e nuovi sistemi, che prevedano una governance umana e non solo tecnologicamente ineccepibile. È un’esigenza etica, e al tempo stesso profondamente realistica, se noi vogliamo evitare disastri sociali e ambientali di proporzioni mai viste prima d’ora. Poiché la povertà è solo in parte un’eredità della storia e, nei tempi in cui viviamo, non è più (o non dovrebbe essere) una fatalità.
  • Tutti sembrano concordare sul fatto che in una guerra del genere non vi sarebbero né vincitori né vinti. Non vi sarebbero superstiti. È una minaccia mortale per tutti.

Altre frasi di Gorbaciev

  • È naturale che il produttore miri ad «accontentare» il consumatore, se posso esprimermi così. Ma da noi il consumatore si trovava completamente alla mercé del produttore, e doveva accettare ciò che quest’ultimo decideva di dargli.
  • Ognuno dovrà probabilmente fare sacrifici nella fase iniziale della perestrojka; ma alcuni dovranno rinunciare per sempre ai privilegi e alle prerogative che non meritano e che hanno acquisito illegittimamente, e ai diritti che hanno ostacolato il nostro progresso.
  • Non esistono accenni, raccomandazioni e avvertimenti più utili di quelli che si possono ricevere direttamente dal popolo.
  • Oggi la glasnost è un esempio vivo di una normale e favorevole atmosfera spirituale e sociale nella società, che permette alla gente di comprendere meglio quanto ci è accaduto nel passato, quanto avviene ora, quanto stiamo cercando di realizzare, quali sono i nostri piani, e sulla base di tale comprensione permette di partecipare coscientemente all’impegno della ristrutturazione.
  • Le divergenze ideologiche non devono essere trasposte nella sfera delle relazioni tra gli stati, e la politica estera non deve venire subordinata a esse, perché le ideologie possono essere contrapposte mentre gli interessi della sopravvivenza e della prevenzione della guerra sono universali e supremi.
  • Le donne, la cui predestinazione naturale consiste nel preservare e tramandare la specie umana, sono le sostenitrici più altruiste e numerose dell’idea della pace.
  • È l’interferenza americana a ritardare il ritiro delle nostre truppe e a ostacolare la realizzazione della politica di riconciliazione nazionale e quindi la soluzione dell’intero problema afghano. E la consegna degli Stinger ai gruppi di controrivoluzionari, che usano tali missili per abbattere gli aerei civili, è semplicemente immorale e del tutto ingiustificabile.
  • Il socialismo non può assicurare condizioni di vita e consumi uguali per tutti. Ciò avverrà nel comunismo. Nel socialismo il criterio di distribuzione dei beni sociali è diverso: da ciascuno secondo le capacità, a ciascuno secondo il lavoro.
  • Il realismo è il tratto obbligatorio di ogni politico.
Gorbaciov

Le frasi pronunciate su Gorbaciov

  • «Mi piace il signor Gorbaciov. Possiamo lavorare insieme»
    (Margaret Thatcher, premier britannica, intervista alla Bbc, 14 dicembre 1984)
  • «C’è un segnale che i sovietici possono dare, un segnale inequivocabile, e che accelererebbe in modo drammatico la causa della libertà, e della pace. Signor Segretario Generale Gorbaciov: se cerca la pace, se cerca la prosperità per l’Unione sovietica e per l’Europa dell’Est, se cerca la liberalizzazione: venga qui, a questa porta! Signor Gorbaciov, apra questa porta! Signor Gorbaciov, abbatta questo muro!»
    (Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti, discorso al Muro di Berlino, 12 giugno 1987)
  • «Negli ultimi anni si sono verificati drammatici cambiamenti nei rapporti tra l’Est e l’Ovest. Un rapporto conflittuale è stato sostituito da negoziati. I vecchi stati nazionali europei hanno riconquistato la loro libertà. La corsa agli armamenti sta rallentando… Questi cambiamenti storici derivano da diversi fattori: ma nel 1990 il Comitato per il Nobel vuole onorare Mikhail Gorbaciov per i suoi numerosi e decisivi contributi».
    (Comunicato del Comitato del Premio Nobel per la Pace, 15 ottobre 1990)
  • «Il comitato del Nobel non sa di che cosa parla. Fateli venire a vivere un paio di mesi a vivere qui, come noi russi, sentiamo cosa ne pensano. La pace è solo per gli stranieri?»
    (Insegnante di Mosca, non identificato, citato dalla Reuters in un lancio d’agenzia del 15 ottobre 1990)
  • «Un pericolo mortale incombe sulla nostra madre patria. La politica di riforme lanciata da Mikhail Gorbaciov e concepita come mezzo per assicurare lo sviluppo dinamico del Paese e la democratizzazione della vita sociale, è entrata in un vicolo cieco. Mancanza di fiducia, apatia e disperazione hanno sostituito l’entusiasmo e le speranze originali. Le autorità a tutti i livelli hanno perso il sostegno della popolazione. Il Paese è diventato ingovernabile, e sta sprofondando nel pantano della violenza e dell’illegalità. Mai prima d’ora nella storia nazionale la propaganda del sesso e della violenza ha assunto una tale portata, minacciando la salute e la vita delle generazioni future. L’orgoglio e l’onore del popolo sovietico devono essere ripristinati in pieno»
    (Dichiarazione del Comitato per la situazione d’emergenza nell’Unione sovietica dopo aver annunciato che a Gorbaciov erano stati tolti i suoi poteri a seguito di un colpo di Stato fallito nell’agosto del 1991)

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