Rudolf Nureyev è stato un ballerino e coreografo sovietico naturalizzato austriaco, uno tra i più grandi danzatori del XX secolo insieme a Nižinskij e Baryšnikov. Nato a Irkutsk, in Siberia, il 17 marzo del 1938, per la sua velocità nel danzare e la propensione verso le acrobazie, Nureyev fu soprannominato the flying tatar, ovvero “il tataro volante”. Dal ‘44 Nureyev incominciò a ballare in alcuni gruppi amatoriali di danza folkloristica ma si esibì anche in qualche saggio al Teatro dell’Opera di Ufa.
Nel 1961 il primo ballerino del Kirov, Konstantin Sergeev, si infortunò e all’ultimo momento a Nureev fu concesso di sostituirlo in un’esibizione programmata all’Opéra di Parigi: da qui, nell’arco di pochissimo tempo, venne scritturato da svariate compagnie. Quando l’AIDS fece la sua drammatica comparsa intorno al 1982 Nureev vi prestò poca attenzione, e, probabilmente contrasse l’HIV proprio intorno a quegli anni. Dopo essere stato ricoverato in un ospedale a nord di Parigi, morì il 6 gennaio 1993 per una crisi cardio-respiratoria.
Rudolf Nureyev, le frasi più belle
Ecco alcune delle citazioni e frasi di Rudolf Nureyev.
- Ognuno dovrebbe danzare, per tutta la vita. Non essere ballerino, ma danzare.
- L’unica cosa che mi accompagna è la mia danza, la mia libertà di essere.
- Ognuno vorrebbe esser il più grande, ma Dio non può accordare quest’onore a tutti.
- Uno pensa sempre d’aver dato più di quel che ha ricevuto, ma per dare bisogna aver qualcosa dentro.
- La tecnica è ciò su cui ti ritrovi quando finisci l’ispirazione.
- È la legge dell’amore: si ama perché si sente il bisogno di farlo, non per ottenere qualcosa o essere ricambiati, altrimenti si è destinati all’infelicità.
- Chi vola alto è sempre solo.
- Io ballavo ed ero con l’universo tra le mani.
- L’amicizia, come l’amore, richiede quasi altrettanta arte di una figura di danza ben riuscita. Ci vuole molto slancio e molto controllo, molti scambi di parole e moltissimi silenzi. Soprattutto molto rispetto.