Il 23 maggio 1992, ci fu la strage di Capaci: l’attentato di Cosa Nostra per uccidere Giovanni Falcone. Uno dei tanti drammi che hanno coinvolto ogni anima della nostra Penisola. Il 23 maggio, quindi, si ricorda l’anno della strage e, conseguentemente, della morte del giudice entrato nella storia per aver costruito una rete e una legge funzionale alla criminalità organizzata italiana. Falcone e Borsellino furono due figure della lotta alla mafia che, seppur morti in circostanze drammatiche, aprirono un ciclo nel nostro Paese e diedero messaggi chiari di lotta all’oppressione padronale dell’anti-Stato.
Strage di Capaci, le frasi più celebri
Ecco una raccolta di frasi per ricordare la Strage di Capaci
- Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola
- La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine
- Per questi ragazzi non ci sarà scampo, giocano alla mafia, “Mamma, vado in strada, sparo”, a trent’anni da Capaci, vedi, sarà strano ma il modello è diventato Genny Savastano. (Caparezza)
- A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
- Il connubio tra poteri occulti e mafia è il famoso “gioco grande” sul quale stava lavorando Giovanni Falcone. E sul quale probabilmente è morto: e i veri mandanti della strage di Capaci, in fondo, non sono mai stati trovati. (Antonio Ingroia)
- Bisogna rendersi conto che la mafia è un fenomeno terribilmente serio e grave, e che va combattuto non pretendendo l’eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzioni
- Falcone e Borsellino? Lì c’è la mano di Gladio e della Cia. (Ferdinando Imposimato)
- L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza