Publio Virgilio Marone, noto anche solo come Virgilio, è stato un poeta romano tra i più celebri e importante della letteratura latina. Nato a Mantova il 15 ottobre 70 a.C., Virgilio è l’autore di numerose opere che sono considerate un punto di riferimento non solo per la letteratura ma anche per la storia latina. Le sue opere più importanti sono senza dubbio le Bucoliche, l’Eneide, e le Georgiche. Virgilio è stato anche un punto di riferimento per Dante Alighieri che lo ha scelto come “guida” all’interno dei cerchi dell’Inferno e del Purgatorio nella Divina Commedia. Ecco quindi una raccolta di frasi, citazioni e aforismi di Virgilio pronte da condividere e apprezzare.
Publio Virgilio Marone, ecco le frasi più belle
- La ferita vive silenziosa sotto il petto. (Tacitum vivit sub pectore vulnus.) – Virgilio
- Quale regione ha il mondo che non sia piena dei nostri affanni? (Quae regio in terris nostri non plena laboris?) – Virgilio
- Così filarono le Parche. (Sic volvere Parchas.) – Virgilio
- Se è lecito confrontare le grandi cose con le piccole. (Si parva licet componere magnis.) – Virgilio
- L’amore è uguale per tutti. (Amor omnibus idem.) – Virgilio
- Lavoro di modesto contenuto, ma non di modesta gloria. (In tenui labor, at tenuis non gloria.) – Virgilio
- Il tempo della vita è breve e irreparabile per tutti. (Breve et irreparabile tempus omnibus est vitae.) – Virgilio
- Sotto il raggio silenzioso e amichevole della luna. (Tacitae per amica silentia lunae.) – Virgilio
- Ora una nuova stirpe è inviata dall’alto del cielo. (Iam nova progenies caelo demittitur alto.) – Virgilio
- Ama la riva; lascia agli altri il mare profondo. (Littus ama; altum alii teneant.) – Virgilio
Virgilio: le frasi più celebri
- Demenza atroce della guerra. (Scelerata insania belli.) – Virgilio
- Il serpente si nasconde nell’erba. (Latet anguis in herba.) – Virgilio
- Mantova mi generò, il Salento mi rapì, mi tiene oggi Napoli: cantai i pascoli, le campagne, i condottieri. (Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope: cecini pascua, rura, duces.) – Iscrizione funebre sulla tomba di Virgilio a Napoli
- La storia è lacrime, e l’umano soffrire commuove la mente. (Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt.) – Virgilio
- Un lavoro modesto, ma non di modesta gloria. (In tenui labor, at tenuis non gloria.) – Virgilio
- Non c’è salvezza nella guerra: o pace, tutti ti invochiamo. (Nulla salus bello: pacem te poscimus omnes.) – Virgilio
- È felice colui che può arrivare a conoscere la causa ultima delle cose. (Felix qui potuit rerum cognoscere causam.) – Virgilio
- La sola speranza per i vinti è non sperare in alcuna salvezza. (Una salus victis nullam sperare salutem.Tu mi comandi, o regina, di rinnovare un inenarrabile dolore.) – Virgilio
- Chi potrebbe ingannare una donna innamorata? (Quis fallere possit amantem?) – Virgilio
- Per varie avventure e tante vicissitudini. (Per varios casus, per tot discrimina rerum.) – Virgilio